L’Armognan

L’Armognan

L’Armognan, albicocco in piemontese, significa: “frutto che viene dall’armenia”. Ho eletto questo albero e le sue radici resistenti e morbide a luogo elettivo della memoria e del cuore.
Intorno, sotto, a distanza dall’Armognan si svolgono le storie di 5 donne tutte mie antenate, la realtà delle loro figure si mescola con l’invenzione e la contingenza della quotidianità contemporanea.
L’Armognan è un progetto in fieri, una ricerca, un’intervista alle donne del mio passato, a coloro che, come l’albero sotto cui si trovano a parlare, mi sono riferimento, ombra e protezione.
Il nome della loro capostipite, Beatrice, racchiude insieme una vocazione e la rivolta a tale vocazione ed è lei ad esortare e chiedere consiglio alle mie ave Maria, Italia, Carolina e Caterina su come fare a scendere dai piedistalli di donne idealizzate su cui questa società le ha messe.

Materiale tecnico: corpo, voce, una sedia.

L’Armognan

Soggetto proponente

Tra 2000 e 2005 studia flauto traverso al conservatorio G. Verdi di Torino e frequenta il Liceo Artistico, dove scopre il teatro grazie a un workshop di E. Allegri. Durante l'università si avvicina al Living Theater e si laurea in Lettere con due tesi sul Workcenter of Jerzy Grotowski e Thomas Richards, dove compie anche periodi di formazione attoriale. Dal 2011 al 2023 collabora con D. Castaldo presso il LabPerm. Tra le produzioni teatrali più significative: Piccola Guerra Perfetta (2011), L'Arte del Vivere e del Morire (2020), Canto d'anime (2014), Architetture di voci (2017). Tra il 2016 e il 2018 partecipa a residenze artistiche presso la FAA di Metz. Collabora a vari festival, tra cui Biennale Democrazia e Festival Gran Paradiso. Produce Free at Last (2022) per UBI - Unione Buddhista Italiana.

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