Ho visto Nina volare

Ho visto Nina volare

Che cos’è l’”espressione di genere”? Nello spettro del “genere” io/noi che puntino sono/siamo? Il mondo nel quale siamo immersi ha iniziato a strabordare di definizioni, e noi ci troviamo a cercare quella che più ci calza, che ci salva dalle masse sfocate delle città. La bellezza di un’espressione di genere libera, è l’apertura che vuole fendere “Ho visto Nina volare”. Diventare una “Nina” significa scoprire la propria identità di genere ed esprimerla. E’ saper portare la propria croce, trovare il proprio spazio per non aver paura della vita. Ogni volta che qualcunə si trova a dover affrontare questo percorso di scoperta, nella sua anima ci sono i due spettri femminile e maschile che devono giocare una partita. E ogni volta che qualcunə diventa una Nina, un Kostja decide di togliersi la vita. La vicenda che narriamo è circolare e viziosa, dal gusto beckettiano. Tuttə lə personaggə sono archetipi di una dimensione che sembra accadere su un palco, ma accade dentro ognunə di noi.

 

 

Ho visto Nina volare

Soggetto proponente

In un 2024 qualunque, dove il mondo verte verso una caotica e rocambolesca corsa all’oro dell’apparenza, Costantina - drammaturga in cerca di unə attricə - si barcamena nella creazione di un testo che possa salvarla da sé stessa. Nello stesso mare, ma su una zattera diversa, Marco, un giovane attore squattrinato in cerca di lavoro, non fa altro che registrare ed inviare selftape. Uno di questi video finirà nelle mani di Costantina, che seleziona il giovane per un’audizione in presenza, la quale sarà per Marco un percorso di iniziazione tra i suoi spettri di genere femminile e maschile; guidato da Costantina, giocherà con la sua espressione di genere.

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