*wash your dirty laundry in public *

*wash your dirty laundry in public *

*wash your dirty laundry in public * è un progetto laboratoriale che vuole indagare l’incontro tra spazio pubblico e spazio privato partendo da una riflessione sulle lavanderie a gettoni e l’incontro involontario di frammenti di vita che accade al suo interno. Ad ogni participant* è stato chiesto di portare con sé un vecchio indumento che ha attivato una riflessione sulla storia dello stesso e sulla connessione che esiste tra ciò che indossiamo e le memorie del nostro vissuto. Le artiste, partendo da pratiche personali quali la ricerca gestuale e la ricerca sonora, hanno invitato le/i partecipant* ad un momento di ascolto intimo e scambio collettivo. “Insieme abbiamo esplorato modalità di ascolto profondo e di comunicazione alternativa, pratiche di movimento e di scrittura per mettere in dialogo il dentro e il fuori, il corpo, la voce, e l’ambiente in cui siamo immersi. Abbiamo inventato una nuova lingua e dei nuovi gesti per raccontare le storie dei nostri indumenti, per poi ricomporle in una mappa collettiva.” Link video: https://player.vimeo.com/video/974981249?badge=0&autopause=0&player_id=0&app_id=58479

*wash your dirty laundry in public *

Soggetto proponente

Anna T (Cesena, 1999) e Giorgia Polverini (Citta di Castello, 2001) indagano il luogo invisibile dove avviene l'incontro tra interno ed esterno: di sé, delle cose e degli spazi. Con sguardi e pratiche eterogenee riflettono sulle dinamiche fisiche e sociali di presenza nello spazio, trasponendo le pieghe dell'interiorità in geografie temporanee. Giorgia Polverini: La sua ricerca si muove attraverso un interesse particolare per quelle forme di scultura costituite, generate o che si completano attraverso un atto performativo. Parte dall'osservazione del corpo, dalla percezione di esso come tempio abitato, luogo intimo e di raccolta. Focalizzandosi sulle tematiche di spazio e tempo, i suoi lavori riflettono su di un rallentamento necessario alla creazione di un immaginario che prende forma attraverso la pratica di azioni ripetute, alle volte meditative, vestite di rituali, preghiere ed attese. Indaga lo spazio privato, quale corpo per comprendere quello spazio che chiamiamo pubblico, in cui il privato si riflette, si scontra e si tesse con quello dell’altro.

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