Questo progetto ha rappresentato un punto di arrivo di una ricerca iniziata nel 2013. Per diversi anni la sperimentazione fotografica da me portata avanti, ha avuto come elemento costante una scatola di cartone con delle finestre, attraverso le quali realizzavo delle immagini poi stampate e archiviate. Ad un certo punto trovandomi a sviluppare il progetto di tesi magistrale ho scelto di approfondire questa ricerca, fra le altre, studiando e ampliando da un punto di vista teorico quanto da me realizzato praticamente fino a quel momento. Sono giunta alla conclusione che questo non-oggetto che utilizzavo per fare le fotografie era nient’altro che la manifestazione di un’identità. Nei sei mesi successivi ho preparato una struttura scenografica che potesse ospitare una performance in cui ho cercato di mostrare quanto avevo scoperto di me stessa. Ho analizzato la struttura del carcere, nello specifico del Panoptikon, partendo dagli studi di Foucault, paragonando la mia struttura identitaria ad una prigione.